22 Marzo 2012
Un ospite autorevole quanto gradito a L’Agorà. L’excursus culturale dell’associazione fidardense dal titolo “Mondi a confronto” ha avuto ieri Mons. Giovanni Tonucci come illustre relatore. Introdotto dalla presidente Marisa Bietti, l’Arcivescovo prelato di Loreto ha illustrato con un linguaggio che ha saputo coniugare la semplicità alla profondità, il percorso storico della Controriforma, da qualificarsi più propriamente come un’autentica Riforma Cattolica. Un periodo affatto piatto come è stato talora dipinto ma caratterizzata da vitalità nella Chiesa e nell’arte e da grandi opere di carità a beneficio dei poveri e dei malati. “E’ di quei tempi la fioritura di confraternite come i gesuiti fondati da Ignazio di Loyola e i cappuccini, originari del territorio marchigiano, ordini svincolati dalla rigide regole monastiche che hanno aperto la pratica dell’apostolato nel mondo”, ha spiegato S.E.. Considerata una reazione della Chiesa all’eresia di Lutero che ne aveva spezzato l’unità portando alla luce la corruzione del clero, un tentativo orgoglioso di recuperare le posizioni perdute, la controriforma ha come riferimento il ventennale (1545-1563) Concilio di Trento. Aperto da papa Paolo III, chiuso dal successore Paolo IV noto come il “duro”, ripristinato poi da un Pontefice più illuminato, Pio IV, che con il vescovo Carlo Borromeo introdusse decreti innovativi. “Le linee promosse dal Concilio di Trento hanno resistito di fatto fino al Concilio Vaticano II – ha spiegato Mons. Tonucci -; intervenne sui dogmi, incise sui benefici dei Vescovi finalmente obbligati a divenire residenziali, portò alla creazione di strutture di formazione come i seminari, ai sinodi e alle visite pastorali, all’istituzione dei registri dei matrimoni e delle nascite, alla celebrazione della Messa e dei sacramenti in latino, al nuovo Messale romano. Non riuscì nell’intento di raggiungere l’unità della Chiesa, ma ne modernizzò profondamente l’immagine”.
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