25 Aprile 2020
Il post del sindaco Roberto Ascani – Un XXV aprile forse meno eclatante nella forma ma più intimo e vero, perché il contrasto ad un nemico invisibile e il distanziamento sociale danno modo, oggi più che mai, di percepire e comprendere il valore dell’unità, della libertà e della resistenza. Abbiamo invitato pertanto a partecipare a distanza alla celebrazione del 75° anniversario della liberazione esponendo la bandiera tricolore nelle nostre case. Ringrazio il presidente della sezione Anpi Elisa Bacchiocchi, con il quale abbiamo effettuato la deposizione di una corona d’alloro nell’atrio del Palazzo Comunale e presso il cippo dei fratelli Brancondi. Un gesto semplice ma intenso per rinnovare la gratitudine della comunità verso chi ha contribuito a difendere e costruire la patria, la democrazia e la nostra storia. Ringrazio chi non ha potuto partecipare fisicamente con noi come le Associazioni combattentistiche e d’arma, Carabinieri in congedo, Bersaglieri e gli Istituti comprensivi del territorio.
Un pensiero particolare infine per i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine, la Protezione civile, i vigili del fuoco e tutti quelli che in questo momento stanno combattendo per ridarci la libertà.
Proprio loro oggi rappresentano la nuova Resistenza.
Il pensiero formulato da Elisa Bacchiocchi, presidente Anpi Castelfidardo – Sono 75 anni dal 25 aprile e la giornata di oggi è una giornata molto lontana dalla festosa sfilata di partigiani e partigiane che avevano dato il loro contributo alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La pandemia odierna non è una guerra ma ci impone come allora di ripensare il nostro futuro di comunità e di ricostruire un tessuto civile che rischia di essere spezzato dal dopo virus. Non possiamo esimerci dal riflettere che un nuovo modello economico di sviluppo dovrà tener conto del rapporto con l’ambiente, del fatto che il nostro pianeta, che ha risorse finite, non riuscirà a garantirci una crescita infinita.
La speranza é che lo sviluppo che inseguiamo non sia più declinato solo in reddito e profitto; dovremo tornare a salvaguardare il lavoro, la salute delle persone e la biodiversità della terra.
In questo contesto un pensiero particolare va alla scuola e agli studenti. Perché se è vero che la pandemia ha accelerato un processo digitale della scuola, è vero anche che molti studenti, senza computer, con connessioni inadeguate e con spazi insufficienti nelle loro case, rischiano di rimanere esclusi da questa “scuola a distanza”.
Superata l’emergenza sanitaria si dovranno trovare soluzioni per un ritorno in aula degli studenti perché una scuola digitale non può sostituire la scuola dei corpi. La scuola, come recita l’articolo 34 della Costituzione, deve tornare centrale nella coscienza non solo dei docenti.
Scuola, sanità pubblica e importanza dello Stato: ripartiamo da qui per immaginare un futuro diverso.
W il 25 aprile
W La resistenza
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