Descrizione
Nuovo slancio in prospettiva Unesco. Il progetto che ambisce a salvaguardare, promuovere e valorizzare nel contesto nazionale e internazionale l’arte musicale e il ‛saper fare’ della fisarmonica, sta vivendo un passaggio fondamentale.
Il tavolo partecipato da comunità di pratica e istituzioni e coordinato dalla responsabile tecnico-scientifica del progetto Patrizia Nardi, che ha riunito il 13 settembre scorso personalità di livello internazionale, ha focalizzato e condiviso i primi risultati del lavoro sul campo dell’antropologa catalogatrice Luisa Vietri e del musicista ed etnomusicologo Roberto Lucanero, finalizzato all’individuazione, raccolta e descrizione delle pratiche, delle conoscenze, delle espressioni e dei saperi del caleidoscopico mondo della fisarmonica, uno strumento che significativamente ha caratterizzato la storia della musica popolare e ha trovato spazio nella musica colta e contemporanea in tutto il mondo.
Un momento prezioso di confronto, divulgazione e presentazione dei primi risultati del processo di catalogazione, da cui è emerso come i criteri della Convenzione 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, alla quale il progetto si ispira, siano insiti in un mondo a sua volta declinato al gerundio. Come sottolineato da uno dei più autorevoli esperti in materia, il professor Francisco javier Lopez Morales «oltre alla concretezza dello strumento, c’è un messaggio importante che parla a tutti, ben oltre i confini di Castelfidardo: quello di un patrimonio vivo, in costante movimento, con i suoi valori culturali, identitari e un linguaggio universale», ha detto l’architetto già Director of World Heritage in Messico e tra i relatori di molte delle Convenzioni dell’agenzia onusiana.
Nell’introdurre gli interventi, Patrizia Nardi ha definito il passaggio tecnico in itinere, «un’azione propedeutica strategica per l’implementazione del dossier a supporto della candidatura volta a salvaguardare un patrimonio di estrema delicatezza. Da più di un secolo, un piccolo borgo dei nostri Appennini come Castelfidardo è riuscito a trovare con molta parte del mondo un filo conduttore a base culturale, grazie alla straordinaria materialità della fisarmonica e dell’organetto e alla dimensione immateriale della creatività e del ‘saper fare’ artigiano: elementi in stretta connessione, che hanno creato e continuano a creare connessioni, reti di dialogo e di scambio di saperi, di conoscenze, di know how anche coerentemente con i principi base della Convenzione e guardando ad un riconoscimento che non dovrà essere un “bollino” di cui vantarsi, ma un modo per sollecitare conoscenza e consapevolezza, per produrre salvaguardia condivisa, per creare sinergie, dialogo, collaborazione internazionale: un punto di ripartenza e rilancio più che di arrivo».
Il processo ha avuto avvio con l’azione di ricerca, studio ed elaborazione indirizzata dalla responsabile del coordinamento tecnico-scientifico e intrapresa, su incarico del Comune, dall’antropologa catalogatrice Luisa Vetri e dall’etnomusicologo esperto Roberto Lucanero, che hanno illustrato l’approccio scientifico adottato. I primi risultati sono confluiti in 18 schede che includono contributi video, documenti, immagini, interviste che narrano abilità artigianali, esperienze, competenze e storie di vita. Materiale in procinto di essere caricato sul Sistema generale del catalogo (SIGEC web) e poi sul Catalogo Generale dei Beni culturali del Ministero della Cultura. Sul canale youtube del Comune di Castelfidardo, invece, oltre alle documentazioni per la catalogazione, verranno caricati video e fotografie che documentano le attività della comunità di pratica: dalla didattica musicale (lezioni, prove, saggi) svolte dalla Civica Scuola di Musica Paolo Soprani e da scuole pubbliche e paritarie, al “WOW folk festival”, alla rievocazione storica “Tracce di 800”, a testimonianze, personali e lavorative, di un passato o di un presente strettamente legato al mondo delle fisarmoniche e degli organetti. Si tratta del primo passo per la creazione di un archivio digitale, condiviso e partecipativo, nel quale la comunità possa riversare testimonianze, ricordi e vissuti, sia personali che pubblici.
«Cinque schede di interesse demoetnoantropologico riguardano esecuzioni musicali mentre le altre sono dedicate alle ‘tecniche' e ai ‘saperi' riguardanti la produzione di fisarmonica e organetto attraverso le testimonianze di quanti ne sono parte essenziale e memoria storica», ha sottolineato la dott.ssa Vietri.
L’ingente quantità di materiale reperito ha indotto una inevitabile selezione ma anche consentito di puntualizzare alcuni aspetti. «La musica tradizionale nel nostro territorio non è stata documentata per motivi politici e per un pregiudizio», ha infatti commentato il maestro Roberto Lucanero, smontando la severa critica dell’americano Lomax che reputava l’organetto e la fisarmonica strumenti standardizzati non cogliendone l’enorme varietà, il divario tra produzione industriale e personalizzazione/diversificazione di ciascun modello e la base etnica propria degli artigiani del distretto fidardense. «Il primo risultato prodotto dalla ricerca è stato quello di documentare, per quanto possibile oggi, gli esiti dell’incontro tra la musica tradizionale marchigiana e gli strumenti della famiglia delle fisarmoniche che ancora oggi vengono tramandati da una generazione all'altra attraverso vari modi a volte combinati tra loro: tramite trasmissione tradizionale, tramite imitazione empirica di documenti sonori storici, tramite la didattica della musica tradizionale».
Aspetti su cui i presenti hanno portato un contributo efficace ed appassionato. Dal sindaco Roberto Ascani e dall’assessore alla cultura Ruben Cittadini, che segue per conto del Comune il progetto, la consapevolezza di un «impegno non solo istituzionale ma anche morale nei confronti di quanti in 150 anni di storia hanno dato impulso alla diffusione della fisarmonica, la cui produzione ha scandito il ritmo e la mentalità di schiere di famiglie, maestranze ed imprenditori diventando orgoglio e collante di un intero territorio, ben al di là dei pur significativi fini commerciali».
L’intervento di Deborah Licastro (responsabile dell’area patrimonio e demoetnoantropologico e immateriale della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ancona, Pesaro e Urbino), ha posto l’accento sulle sottili differenze giuridiche stabilite dall’art 7 bis del Codice dei beni culturali che vincola la rilevanza del patrimonio immateriale ad un supporto fisico, evidenziando dunque l’importanza di avere legato la fisarmonica a testimonianze che generano valori di civiltà. «Attualmente – ha ricordato - il riconoscimento della Soprintendenza si esplica nella tutela architettonica di Palazzo Soprani e dell’opificio che ha modellato il tessuto urbano e industriale della città».
Un concentrato di saperi e valori che unisce nell’idea progettuale tutte le parti sociali interessate, le associazioni culturali territoriali, gli enti regionali e nazionali, i soggetti ministeriali di competenza come il Servizio UNESCO del Ministero della Cultura, che è soggetto di interlocuzione del coordinamento tecnico-scientifico, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, l’ICPI-Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale rappresentato durante l’incontro-conferenza dal direttore Leandro Ventura, che ha manifestato interesse a seguire il progetto di salvaguardia dell’elemento anche sulla base dell’importante sinergia tra l’Istituto, la Regione Marche e la Soprintendenza e l’ANCI che, come testimoniato da Vincenzo Santoro, responsabile Dipartimento Cultura e Turismo dell’associazione dei comuni italiani, non farà mancare il proprio appoggio nel contesto di una politica più ampia d’interesse sul tema dei borghi.
A cura di
Contenuti correlati
- Jazz Vibes apre domenica al Salone degli Stemmi "I Concerti del Consiglio"
- Madre Lengua, sei serate con il teatro dialettale amatoriale
- Gemellaggio Castelfidardo-Klingenthal, lo Swinging Accordions al Salone degli Stemmi
- Il PIF all'Expo 2025 di Osaka
- 165° della Battaglia di Castelfidardo, una giornata di valori
- Emanuele Viti e Luca Bello, vittoria ed emozioni condivise al 50° PIF
- Il PIF elegge i vincitori: giornata finale con la Fisorchestra Castelfidardo e i Solisti Aquilani
- PIF 2025, sabato di emozioni world e sudamericane: dal tango alle milonghe, fino ai ritmi del Brasile
- Dal balfolk al classico, passando per il grande jazz con Simone Zanchini e l'Italian Jazz Orchestra in una prima assoluta
Ultimo aggiornamento: 16 novembre 2025, 19:51