23 Settembre 2014
Castelfidardo celebra il grande tenore Mario Binci in occasione del centenario della nascita (1914-2014). Una giornata – domenica prossima, 28 settembre – ricca di iniziative, con tanto di annullo filatelico, concerto, mostra e presentazione della biografia. Alle 10.30 (fino alle 14.30), nei locali ex Balestra di piazza della Repubblica verrà infatti allestito un servizio di Poste Italiane a carattere temporaneo per il rilascio dell’annullo speciale figurato richiesto dal circolo culturale numismatico “F. Matassoli” istituito presso la Pro Loco, che ha altresì curato l’emissione, effettuata tramite le poste slovene, di due francobolli commemorativi e di una serie di cartoline ricordo. Nella medesima sede è già visitabile un’esposizione di documenti storici e fotografici riguardanti la fulgida carriera del tenore fidardense cui è stata conferita nel 2007 la cittadinanza onoraria. Alle 17.30, in Auditorium San Francesco, il concerto diretto dal maestro Alessandro Battiato, docente dell’omonima Accademia Mario Binci, costola nata della civica scuola di musica “Soprani” nata grazie anche al gesto di generosità dello stesso Binci e della sua famiglia che ha donato al Comune una borsa di studio decennale per valorizzare i talenti del bel canto.
Quella di Mario Binci, una delle più apprezzate voci a livello internazionale tra gli anni ’40 e ’60 tanto che ebbe il privilegio nel 1946 di essere chiamato da Arturo Toscanini ad inaugurare la stagione lirica alla Scala di Milano appena restaurata dopo i bombardamenti, è una storia forse poco conosciuta e avvolta dal fascino del bianco e nero. La storia di chi ha saputo scalare le vette del successo partendo dalla provincia, raccontata con garbo e dovizia di particolari da Beniamino Bugiolacchi nel volume fotografico dal titolo “Mario Binci, una meteora nel firmamento della lirica” edito da Tecnostampa a tiratura limitata allegando un cd di otto brani. «Mario Binci nacque il 28 settembre 1914 in pieno centro storico, a una manciata di passi dalla Porta del Sole e dall’abitazione che ospitò don Lorenzo Perosi, celebre compositore, organista e direttore della Cappella Sistina», spiega Bugiolacchi cogliendo i segni del predestinato. L’ambiente in cui crebbe è quello di una cittadina in fermento in virtù del benessere prodotto dall’industria della fisarmonica, un terreno fertile per la musica grazie anche a Beniamino Gigli il cui unico concerto fidardense in piazza della Repubblica (28 maggio 1932) stimolò l’interesse per la lirica e spinse alcune famiglie a far studiare canto ai propri figli. Binci fece i passi giusti al momento giusto grazie agli incontri giusti. Da don Paolo Pigini, ai benefattori che ne riconobbero le capacità vocali e si adoperarono per fargli avere una borsa di studio con cui frequentare il Pergolesi di Ancona. Da lì, partì un’ascesa frutto di tenacia e talento: il giovane Binci vinse un concorso indetto dal Santa Cecilia di Roma ove si trasferì definitivamente pur rimanendo legatissimo alle origini. Conquista premi a raffica, debutta alla Fenice di Venezia e alla fine del 1940 viene diretto da Mascagni nel 50° della Cavalleria Rusticana nella celebre romanza “Addio alla madre”. Arrivarono gli anni bui della guerra, ma la carriera di Binci era ormai decollata travalicando i confini nazionali con un fiorire di contratti sui palcoscenici più prestigiosi: il Coven Garden di Londra, il Metropolitan di New York, San Francisco, Chicago, ma anche Valencia, Pitzburgh, Filadelphia e Sacramento.
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