13 Agosto 2015
Castelfidardo nel 1886: una rievocazione che riscopre la città di un tempo rivelandone un patrimonio da apprezzare nel presente. L’evento in programma sabato 22 agosto organizzato dall’Amministrazione Comunale su iniziativa del gruppo Tracce di ‘800, prende forma con continue sorprese. Se il punto focale era e resta il ritorno in piazza della fontana con cui 129 anni fa si celebrava un momento di prosperità quale l`arrivo dell`acquedotto, lo scopo culturale di ricostruzione delle radici storiche passa attraverso tanti particolari. Il lungo lavoro di ricerca svolto con passione dai volontari in stretta connessione con il Centro Studi Storici Fidardensi, annuncia infatti una riproposizione fedele documentata. Sicchè, il paese sarà diviso in sei contrade – identificate da un gonfalone la cui iconografia che sintetizza l`essenza – che andranno a presidiare con le rispettive peculiarità altrettanti quartieri generali.
I Terzieri – Sono i padroni di casa che ospitano la manifestazione nel cuore del paese di cui controllavano le porte di accesso. La declinazione al plurale si deve al fatto che anticamente il centro era diviso in tre parti: il Varugliano, sede fra l`altro del Palazzo Municipale, il Cassero cioè la parte alta del castello e il Montebello che entrava dalla Porta del Sole. Tra i figuranti troveremo perciò famiglie nobili, le scolaresche di Sant`Anna, le quattro Confraternite del S.S. Crocifisso, del S.S. Sacramento, della Bona morte e di SanVincenzo, medici, carbonari e stracciari.
Figuretta – La contrada che porta il nome dell`edicola della Madonna della Consolazione ancor oggi venerata, sarà rappresentata da una nobile famiglia di conti, dai contadini che gremivano una zona prevalentemente di campagna e dalla mitica figura della lattarola che portava a domicilio il latte fresco di mungitura. Campo base, piazza Leopardi.
Crocette – E` la contrada più grande e composita. La delegazione in costume vedrà sfilare contadini, taglialegna, cacciatori, mezzadri ma anche un vasto numero di briganti appartenenti alla famosa “Lega di Bicicchia” che era solita nascondersi nel bosco della Selva. Il quartier generale, in analogia, sarà il “Covo dei Briganti” ubicato in via Cavour dove riapre eccezionalmente Palazzo Ghirardelli mostrando i pregevoli interni della corte.
Sant’Agostino – Caratterizzata dal convento dove vivevano i frati agostiniani devoti a Santa Rita che seppe condividere le sofferenze del popolo, la contrada non può che essere interpretata dai religiosi dell`ordine, oltre che dai coloni, dai nobili della zona, artigiani e sensali per il commercio delle attività agricole che insedieranno i banchetti all`imbocco di via Marconi.
San Rocchetto – Posta a nord est della città, era contrada di importanti templi e culti, dato che custodiva le spoglie dei santi patroni Vittore e Corona. Nel corteo con base di partenza lungo il corso, troveremo nobili e servitù ma anche il parroco con i suoi chierichetti e un nutrito gruppo di mezzadri e lavandaie.
Fornaci – Distinta in Fornaci di “sopra” e di “sotto”, deve il nome alla fornace ove veniva arsa la legna della vicina Selva per la cottura dei mattoni, ma nel corso della sua evoluzione la contrada si caratterizza anche per la vocazione commerciale. Nella delegazione insediata nei pressi dell`attuale Pro Loco, spiccano così i proprietari benestanti della fornace, operai e popolani.
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