11 Agosto 2016
Oltre cinquecento figuranti in costumi d’epoca cuciti con rigorosa perizia e fedeltà storica, un entusiasmo dirompente che si allarga a macchia d’olio coinvolgendo la città intera: sabato 20 agosto, Castelfidardo rivive atmosfere ed echi di fine Ottocento grazie alla seconda edizione della rievocazione organizzata dall’associazione Tr800. Un’operazione culturale di cui sono parte centrale le otto contrade – due in più rispetto allo scorso anno – che veicoleranno con fierezza le proprie tradizioni, si contenderanno il palio dell’acqua ed andranno a presidiare altrettanti quartieri generali. Le due new entry sono i quartieri “Cerretano” e “Acquaviva” (allocati in piazza Trento Trieste). L’uno deriva il proprio nome dalla quercia cerrus, albero un tempo presente nella zona ampliamente boschiva ma che secondo le ricerche del prof. Marco Moroni aveva sviluppato anche la vocazione alla tessitura. Ecco dunque che del corteo faranno parte figure nobiliari ma soprattutto boscaioli, contadini, allevatori di bachi da seta con tanto di telaio e tessitura in diretta. L’Acquaviva deve invece la propria origine all’antico torrente che la percorreva confluendo nel Musone attraversando il bosco della Selva: di qui, l’esistenza delle cosiddette “palombare”, abituazioni rurali munite di colombaio, e la predominante dedizione al legname e alla pesca d’acqua dolce che verrà evocata da fattori e sensali, boscaioli e pescatori con barca a vela latina dell’epoca. Tornano poi con tante novità e un sorriso contagioso le altre sei contrade le cui peculiarità sono sintetizzate nell’iconografia degli splendidi gonfaloni. La “Figuretta” (piazza Leopardi) si distinguerà fra l’altro per la presenza della mitica “lattarola”; la delegazione delle “Fornaci” (zona antistante la Pro Loco), rappresenterà i proprietari benestanti delle antiche fonti usate per la cottura dei mattoni, ma anche operai e lavandaie e proporrà racconti attorno al camino; la contrada “Sant’Agostino” (imbocco via Marconi), nota per la sua devozione a Santa Rita, sarà composta dai frati del convento agostiniano che tuttora vi insiste, di contadini, artigiani e sensali per il commercio delle attività agricole; “San Rocchetto” (via XVIII Settembre), caratterizzata dalla sua fonte punto di ristoro per i pellegrini in cammino verso Loreto, sarà ritratta da cacciatori, lavandaie e un numeroso gruppo di mezzadri oltre al parroco con i suoi chierichetti. Ed a Palazzo Ghirardelli, non mancheranno i briganti della “Lega de Bicicchia” delle “Crocette”, il cui covo sarà mimetizzato negli arbusti del bosco mentre negli ambienti più prestigiosi dell’atrio del Palazzo Comunale, la tavola imbandita connoterà la presenza dei “Terzieri”, gli abitanti del centro raffigurati da famiglie nobili, dalla scolaresca di suor Enrichetta Dominici, da confraternite, medici, stracciari, carbonari e popolani.
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